Rossella Finocchiaro festeggia il suo secondo anniversario in azienda e ci racconta la sua esperienza in Accueil e di come abbia superato i pregiudizi sui call center semplicemente mettendosi in gioco.
Ciao Rossella, raccontaci com’è nata la tua esperienza in azienda.
Come tante persone, mi sono avvicinata a questa attività con tanto scetticismo: mi sentivo fuori posto e credevo non fosse la situazione adatta a me. Anche la mia famiglia e i miei amici pensavano stessi sprecando il mio tempo. Nonostante i dubbi che mi portavo dietro, incuriosita da questo mondo, dopo essermi informata grazie al sito aziendale e alla pagina Facebook, ho deciso di candidarmi.
Quando ho iniziato a lavorare in Accueil abitavo in un paese vicino, Santa Maria di Licodia, e percorrevo tre ore di strada tra andata e ritorno viaggiando su mezzi pubblici.
Oggi, a 23 anni, festeggio il mio secondo anniversario in azienda. Dopo due anni lavoro sempre all’interno del progetto Fastweb presso la sede di Catania tranne una piccola parentesi di un mese in cui ho lavorato per un progetto nel settore della Grande Distribuzione con Antonino Veltre.
Quali erano questi pregiudizi?
Tutti credono che lavorando in un call center il tempo investito non sia corrisposto da un punto di vista economico e che non possa portare ad una stabilità utile a potersi costruire un futuro.
I primi giorni anche io mi ero lasciata influenzare e stavo per mollare, poi ho incontrato le persone giuste.
A chi ti riferisci?
Mi riferisco in particolar modo al mio Team Leader, Antonino Martino, che con le sue parole mi ha sempre incoraggiata e supportata. I suoi preziosi consigli hanno tirato fuori quell’atteggiamento che a lungo andare si è rivelato vincente: dal tono di voce da utilizzare a come costruire una vendita.
Fabio Perciante, l’allora Project Manager, ha messo al mio fianco una persona valida come Martina Messineo, che come una buona coach si divideva tra consigli professionali e insegnamenti dal punto di vista umano.
Oggi ringrazio anche Caterina Torrisi, attuale project manager di Fastweb, per la continua fiducia e per le “dritte” che ogni giorno elargisce e Giovanni Lo Cicero che non si risparmia pubblicamente mettendo in evidenza il mio buon operato e indicandomi la strada per potermi migliorare, sempre.
Cosa ti ha fatto cambiare idea?
Oggi mi sento di dire che sono proprio felice di quello che faccio! Giorno dopo giorno mi sono resa conto che stavo seminando dei frutti che di lì a poco avrei raccolto: la prima soddisfazione è arrivata con il bonus, nel frattempo mi sono appassionata alle dinamiche di questo lavoro.
Ho scoperto che mi piace parlare con le persone e far sì che ci sia qualcuno che senza vedermi in faccia si fidi di me grazie alla mia professionalità.
Così da settembre scorso sono diventata Coach e la mia giornata si suddivide tra lavoro in cuffia (non perdo di vista i miei obiettivi personali) e lavoro in sala come figura che supporta i consulenti.
Mi piace fare da collante tra le vecchie e le nuove leve in maniera tale da mantenere sempre vivo il confronto così come è stato per me.
Hai avuto altre esperienze lavorative?
A 16 anni ho iniziato a lavorare come cameriera e ho mantenuto la posizione fino a prima del lockdown che ha colpito tutti noi.
Fare la cameriera e lavorare in un’azienda come Accueil è completamente differente.
Sapevo già che non avrei svolto quel lavoro a vita, gli orari erano insostenibili, le sfide e gli stimoli che mi si sono presentati sono agli opposti. Da un lavoro prettamente manuale sono passata ad un’attività che richiede tanta concentrazione dove è importante usare la testa e che quotidianamente mi permette di imparare i processi di una grande azienda come la nostra.
Inviando la candidatura per lavorare in Accueil ho voluto darmi un’opportunità.
Cosa ti porti dietro delle tue esperienze?
Ciò che di più prezioso ho imparato è che non ci si deve mai sottovalutare. Non ci si deve imporre dei limiti che in realtà non ci sono.
Ho scoperto di avere le carte in regola per fare questo lavoro. La sala è vita e mi dà la carica giusta. Mi sono lasciata guidare da chi aveva più esperienza di me e non ho fatto altro che arricchire il mio bagaglio di conoscenze.
Non vedo l’ora di avere un team tutto mio per poter fare la stessa cosa con i miei consulenti: trasmettere tutto ciò che ho imparato e che mi è stato utile per la mia crescita personale e professionale.