Andrea Schillirò, project manager presso Accueil nella sede di Ragusa, ci racconta di come, con grande determinazione, voglia di mettersi in gioco ed etica del lavoro, abbia bruciato le tappe in un ambiente che nota, scommette e premia queste qualità.
Ciao Andrea. Racconta un po’ di te, dei tuoi studi, esperienze lavorative, del tuo percorso fin qui insomma.
Sono nato a Verona. I miei, di origini siciliane, lavoravano lì. Rispetto a tanti ragazzi del meridione ho fatto il percorso inverso e sono tornato al sud, nella provincia di Catania, con i miei per motivi familiari (anche se io ero ancora piccolo).
Sono diplomato perito elettrotecnico. Terminati i miei studi avrei voluto proseguire con la carriera universitaria ma, per varie regioni, non ho potuto per cui, essendo io per indole uno che non riesce e non vuole stare con le mani in mano e men che meno vuole chiedere ai genitori, per quanto loro mi abbiano sempre sostenuto e mai fatto mancare nulla, mi sono messo subito alla ricerca di un lavoro.
Immagino tu abbia trovato più difficoltà di quante ne avresti trovate restando a Verona, non pensi?
Immagino di sì, ma non mi sono dato il tempo di penare o di farmi prendere dal panico. Per come sono fatto, pur di darmi da fare, avrei persino spaccato pietre. Fortunatamente non ce n’è stato bisogno e, grazie ad un mio caro amico ed ex compagno di scuola che già ci lavorava, ho trovato Accueil.
Quali erano le qualità che il tuo amico ti riconosceva per cui credeva potesse essere il posto per te?
Parlantina, determinazione, carattere, voglia di fare, di emergere e di lavorare in gruppo. Conoscendomi bene sapeva che le continue sfide e gli stimoli che gli obiettivi da raggiungere, di squadra ed individuali, portano con loro avrebbero tirato fuori il meglio di me. Ho cominciato come operatore ad Aci Sant’Antonio. Ma nonostante fossi portato mi sono posto in modo umile con la consapevolezza di dover imparare un metodo.
Sono stati in grado i tuoi responsabili di far si che tu esprimessi il tuo potenziale?
Il mio motto è ed è sempre stato “testa bassa e pedalare” ed è forse per la mia etica del lavoro che fin da subito il mio primo Team Leader Giuseppe Di Blasi ed il mio Project Manager Massimiliano Romeo, su progetto Eni Gas e Luce, hanno creduto molto in me. Mi hanno messo fin dall’inizio nelle condizioni di essere produttivo ed io, gasato come non mai, mi ci sono impegnato anima e corpo.
Cosa ti hanno portato tanto entusiasmo e dedizione?
La mia fame e la mia voglia di emergere hanno fatto si che, dopo circa un anno e mezzo da operatore, con l’apertura della sede a Siracusa, sono stato promosso a ruolo di coach e mandato assieme a Giuseppe a prenderci cura di questa nuova realtà. Vidi, da parte del PM Massimiliano, grande fiducia nella mia figura professionale ed umana ed un’opportunità di crescita. Da coach mi sono immolato per la causa. Per mia volontà stavo in sala da mattina a sera. L’azienda scommetteva su di me ed io ho deciso di cavalcare l’onda. Ma dopo 6 mesi la sede fu destinata ad un nuovo progetto, A2A Energia, Peppe tornò ad Aci ed io rimasi senza il mio riferimento di lungo corso.
Questo ti ha in qualche modo lasciato spiazzato? Ha frenato la tua crescita?
Tutt’altro. Il mio nuovo Project Manager Domenico Romeo ha dimostrato che tutto il mio lavoro sul progetto precedente non era passato inosservato e mi fece Team Leader. Passai rapidamente da spalla per il mio mentore Peppe ad esserlo io stesso in prima persona per tutti i miei operatori. Ero contento ed appagato, ho reso, assieme a tutti i miei ragazzi, la mia squadra una macchina semi-perfetta. Dopo un anno di sacrifici sentivo di raccogliere i frutti dopo tanto seminare.
A quel punto, essendo Accueil azienda in salute ed in continua crescita, era l’alba di una nuova sede a Ragusa e Domenico mi voleva lì. Questa volta, in assoluta onestà, ho avuto un momento di smarrimento, la sensazione di dover lasciare una bella casa, tanto faticosamente costruita, per tirarne su una nuova da zero.
Immagino però che non fosse per penalizzarti ma l’ennesima investitura, giusto?
Dopo pochi mesi da TL a Ragusa, dove ho gestito anche colloqui, formazione e quant’altro, Domenico mi chiese di affiancarlo nel suo lavoro da PM. Si, a quel punto era inequivocabilmente un’investitura. E lo è stato in modo ancora maggiore di quanto mi aspettassi in quel primo momento perché un nuovo, importante committente entrava in Accueil, Enerxenia, e, dopo soli tre mesi di affiancamento a Domenico, lo affidavano a me.
Come ti sei sentito a quel punto?
La sensazione è stata quella che immagino si provi in cima alla montagna dopo una scalata, l’appagamento dell’ammirare il panorama dalla vetta conquistata con tanto impegno. Ma è durato il tempo di un sospiro di sollievo e di un sorriso, ero pronto a ritirarmi su le maniche e tornare a lavoro. Avevo due Team Leader con me, Jakub Buda e Giuseppe Lo Bianco, anche loro in trasferta come me ai tempi di Siracusa, da coordinare, ed ero il volto dell’azienda con il cliente. Una grande responsabilità che richiede un grande impegno. Come dico sempre anche ai miei ragazzi: lavora per raggiungere il successo, lavora di più per mantenerlo.