Abbiamo chiesto a Domenico Romeo, project manager presso Accueil nella sede di Reggio Calabria, di raccontarci qualcosa della sua esperienza in azienda. Ecco il suo racconto.
Che cosa fa un project manager in Accueil?
Il Project manager da un lato cura le relazioni con il cliente, dall’altra coordina un gruppo di team leader che hanno a loro volta delle squadre; quindi mi occupo di relazioni commerciali, mi confronto con il cliente per verificare i target e gli obiettivi, e contemporaneamente devo monitorare le performance delle squadre, devo poi riportare tutto all’azienda, e verificare con il top management le performance. Un lavoro complicato, di responsabilità, molto motivante: oggi in azienda siamo in dodici a occupare questa posizione.
Quando ha iniziato a lavorare in Accueil, che aspettative aveva?
A vent’anni le aspettative sono poche, si inizia per occupare il tempo e per provare il mondo del lavoro.
Un ragazzo che già lavorava in Accueil mi ha chiesto di provare, ho deciso di mettermi in gioco senza grandi aspettative e progetti. Ho iniziato, l’ambiente è stato subito piacevole e stimolante, amichevole da un lato; io poi sono molto competitivo, ho accettato presto la sfida e ho cercato di primeggiare.
L’azienda è molto meritocratica e cerca di premiare l’impegno, la qualità e la capacità di portare idee innovative. Per un anno e mezzo dunque ho fatto l’operatore e dopo sono diventato team leader: mi è stata affidata una squadra e ho iniziato a fare il responsabile di 15 persone, per un anno e mezzo a Reggio Calabria e poi nel 2011 ho avuto l’incarico di avviare una nuova struttura a Vibo Valentia. Mi sono trasferito lì per un altro anno e mezzo, mi sono dedicato a questa attività, che è stata un’esperienza formativa e umana importante per me, per la prima volta ho vissuto fuori casa, mi sono gestito in autonomia, ottenendo i risultati aziendali e vincendo una nuova sfida personale.
Dopo quasi due anni ho curato un altro startup, questa volta in Albania, e questa è stata un’esperienza fantastica, perché la sfida, professionale e personale, è stata ancora più impegnativa. È un qualcosa di unico, vedere un luogo nuovo, una cultura diversa, cosa difficile, ma con grandi soddisfazioni; tuttora ci vado ogni mese, e per due anni ho lavorato stabilmente lì, tornando a casa raramente. Stando in Albania sono passato al ruolo di project manager, occupandomi di un grande cliente: A2A Energia, la società commerciale del Gruppo A2A focalizzata nella vendita di energia elettrica e gas a grandi clienti industriali, PMI, condomini e clienti domestici. Vivendo in una sede nuova, mi sono occupato poi di tutta una serie di altri problemi: recruiting, formazione, relazioni con i fornitori, possibili clienti, mi sono arricchito di tante competenze.
Quali differenze ha riscontrato tra i collaboratori albanesi e quelli italiani?
Le differenze tra giovani albanesi e giovani italiani sono grandi, e non a vantaggio dei nostri, mi dispiace dirlo. Io guidavo un gruppo di una ventina di ragazzi di età media di 20 anni, che studiavano, lavoravano a tempo pieno senza lamentarsi: avevano voglia di lavorare, di imparare, di mettersi in gioco, di guadagnare, tutte cose che da noi non si trovano allo stesso livello. I ragazzi italiani avrebbero tanto da imparare, i giovani albanesi conoscono molte lingue, si danno da fare, hanno una marcia in più sul lavoro.
Quali sono i ricordi personali più significativi ad oggi?
L’arrivo a Tirana è stato di un impatto eccezionale e indimenticabile, sembrava di visitare l’Italia degli anni ’60, con uno stile di vita particolare, più povero e più spontaneo. Solo per fare un esempio, ho visto vendere le sigarette a unità, non a pacchetti, come mi dicono si facesse da noi tanto tempo fa.
Altri piacevoli ricordi sono legati a due eventi organizzati da A2A Energia nel 2016 e nel 2017, dove oltre ad aver avuto il piacere di vedere Accueil contraddistinguersi ancora una volta a livello nazionale per la qualità e per la quantità del servizio erogato, abbiamo visitato i cantieri navali Riva, con tanto di uscita sul lago d’Iseo a bordo dell’intramontabile “Riva Aquarama”, le cantine di Ca‘ del Bosco nel cuore della Franciacorta e la visita guidata al Duomo di Milano con passeggiata lungo il percorso sospeso sui tetti della Galleria Vittorio Emanuele.
Che cosa consiglia a un giovane che vuole iniziare a lavorare?
Bisogna provarci, dimenticare i pregiudizi sul lavoro, un giovane non può avere pregiudizi, deve mettersi in gioco, fare esperienza, perché poi l’esperienza la puoi usare sul lavoro e anche in altri mondi. Oggi l’esperienza lavorativa nel commerciale è importante, la vendita, le relazioni con le persone: il consiglio è di mettersi in gioco senza pensarci troppo, buttarsi.