Abbiamo fatto una chiacchierata con Antonino Calarco, attualmente team leader presso Accueil nella sede di Siracusa. Il nostro “Ringhio Gattuso” della sala ci spiega come fare sempre goal.
Come hai conosciuto Accueil?
In modo curioso. Avevo appena conseguito il diploma di perito informatico. Proprio durante il classico viaggio al termine degli studi, mio padre ha deciso, a mia insaputa e un po’ per gioco, di inviare il mio curriculum. Una volta tornato dalla Grecia, mi sono presentato al colloquio e, successivamente, il 15 settembre 2008 è iniziata la mia avventura.
Non pensavo, a 19 anni, di entrare subito nel mondo del lavoro. Mi ero anche iscritto all’università, infatti per il primo anno ho mandato avanti entrambe le cose.
Quali sono state le tappe del tuo percorso qui in azienda?
Ho avuto un inizio singolare. Durante la formazione teorica, Valerio (all’epoca formatore e ora membro dello staff risorse umane), ci ha fatto fare una chiamata di prova per prendere dimestichezza con l’attività. Quello è stato il mio primo contratto! Un episodio che è entrato con meraviglia nei ricordi di tutti e che mi ha permesso di saltare alcuni step.
Nei quattro anni da operatore ho sempre conquistato il bonus individuale per poi diventare coach nell’estate 2012 e infine team leader il 17 ottobre del 2012.
Il rapporto con i responsabili varia sempre per tutti. Com’è stato il tuo?
Ho avuto un’unica team leader, Anna Guinea. È stata come una sorella maggiore. Lei ha creduto subito in me. Mi ha aiutato a crescere tantissimo dal punto di vista personale e professionale.
Il mio carattere brusco mi ha fatto stare più tempo del dovuto al telefono. Ero presuntuoso, istintivo nelle reazioni. Sebbene i miei risultati fossero sempre elevati, l’azienda ha aspettato quattro anni per promuovermi, anni durante i quali ho smussato tanti lati del mio carattere.
Carmelo Versace, poi, è la persona più importante per la mia crescita aziendale. Gestisce le persone senza preferenze o favoritismi, e questa è una caratteristica che apprezzo tantissimo in un project manager.
Qual è stata la tua prima trasferta?
Siracusa, e mi pento di averla fatta tardi. Ero team leader a Reggio Calabria da sei anni, vantando degli ottimi risultati. Ma mi mancava mettermi in gioco. Volevo ripartire da zero in una nuova realtà, sfatando la convinzione che i frutti ottenuti fossero dovuti a un gruppo già pienamente da me formato negli anni di lavoro. È stata dura, ma essere ripagati da rese ancora più alte non ha prezzo.
Cosa serve per affermarsi?
Primo: la presenza costante. Le assenze sono un lusso che non possiamo permetterci perché la sala ha bisogno del massimo supporto dal team leader. Secondo: avere sempre le cuffie, anche più degli operatori. A fine giornata il 30% delle vendite deve uscire da te, perché è quello il tassello in più che ti farà prendere il bonus di squadra a mese concluso. Devi essere un operatore aggiunto, questo è il segreto!
Di regola i miei operatori iniziano la conversazione con un “mi sente?”, instaurando il primo legame col cliente per capire se ti sta ascoltando. Poi, l’obiettivo è trasformare il “No” in un “Sì”. Riuscire in questo intento è come abbattere un muro di cemento armato, quanta soddisfazione.
Accueil ti ha fatto anche innamorare?
Eh già! Tra l’altro la mia ragazza è nata sotto la mia stella, avendola certificata io. Prima stavo con un’altra persona e tra noi c’era solo un rapporto professionale. Sinceramente credevo che la sua pigrizia non l’avrebbe fatta crescere quanto meritava in azienda. Per un periodo è stata spostata in un’altra sede e, al suo rientro, era diventata anche lei team leader. Ci siamo così ritrovati a lavorare fianco a fianco nella stessa sala. Da lì ho notato subito un cambiamento in lei, in noi, un sentimento che è cresciuto sempre più.
Cosa ti da maggiori soddisfazioni?
L’aver sempre raggiunto i miei target, sia da operatore che da team leader. Vendere non è importante ma è l’unica cosa che conta. Ogni mese si riparte da zero e vedere il tuo nome in testa alla classifica è impagabile.
Cosa ti aspetti dal futuro?
Ho l’ambizione di diventare project manager poiché per un uomo di produzione come me è il traguardo più importante in azienda. E lavoro giorno dopo giorno per raggiungerlo!