Bruno Caridi, operatore presso Accueil nella sede di Reggio Calabria, ci racconta di come la sua esperienza nel call center sia un’importante porto mentre naviga verso il suo sogno di lavorare con la sua arte e passione, la musica.
Quali sono stati i tuoi studi e le tue esperienze lavorative? Quali le tue passioni?
Sono nato a Reggio Calabria. Questa in Accueil è stata la mia prima vera e propria esperienza lavorativa in quanto, fino a quel momento, mi sono dedicato anima e corpo a quella che è la mia passione e che è stato il mio percorso di studi: la musica.
Già a sei anni ho cominciato, assieme alla scuola dell’obbligo, con la scuola di musica. Tastiera e pianoforte all’epoca nonché parte del coro delle voci bianche con la Chiesa.
Con l’inizio delle scuole medie mi sono iscritto al conservatorio e lì ho scoperto la mia vera e propria vocazione: la tromba. Un percorso durato quasi 13 anni tra diploma (in flicorno sopranino in mi bemolle nello specifico), specialistica e numerosi master anche prestigiosi per coltivare il mio talento e portare avanti il mio sogno.
Con l’orchestra di cui ero entrato a far parte qui a Reggio ho anche avuto belle soddisfazioni. Ci siamo esibiti, tra le altre occasioni, al cospetto di Papa Francesco ed al Padiglione Italia.
La tua famiglia ti ha sempre supportato in questo?
Sì, decisamente. Gli sono e gli sarò sempre estremamente grato per questo perché il loro incoraggiamento ed il loro appoggio sia morale che economico è stato costante e determinante. Diventare musicista in un’orchestra è un investimento lungo e costante ed è solo grazie a loro che mi sono potuto dedicare con profitto senza avere grandi pensieri di altro tipo.
Ma non mi è mai piaciuto gravare sulle loro spalle ed appena ho potuto ho cercato di monetizzare in qualche modo sulla mia arte. Con la banda di Reggio, alle processioni estive ad esempio, riuscivo ad avere qualche piccolo guadagno ma volevo fare di più. Ho fatto concorsi per entrare nelle orchestre più prestigiose d’Italia ma finora senza successo. Una situazione che poteva diventare demoralizzante e frustrante.
Ed è in quel momento che hai cominciato a lavorare qui in azienda?
Sì. Agosto 2017 per la precisione. Sul fronte musica cominciavo a stagnare ed io non sono un tipo che sa restare fermo con le mani in mano. Consigliato caldamente da amici che già lavoravano in Accueil sul progetto Conte.it ho inviato il curriculum e tutto ha avuto inizio. Ho trovato un gruppo unito e delle persone straordinarie nella Project Manager Carmen Vigile e nella mia Team Leader Laura Caminiti.
Di cosa ti occupi in Conte un po’ più nello specifico?
Personalmente lavoro in un dipartimento di Conte che prevede il supporto al cliente in merito alla compilazione e all’acquisto dei preventivi. Il progetto include diverse tipologie di attività che spaziano dalle emissioni delle polizze, alla gestione delle pratiche che inoltrano i clienti. Viene gestito l’intero ciclo della polizza con particolare attenzione alla qualità e alla soddisfazione del cliente.
In ambito di assicurazioni io ero totalmente profano ma i miei responsabili ed i miei colleghi sono riusciti a mettermi nelle condizioni non solo di essere un venditore capace e prolifico ma anche di farmi appassionare alla materia.
Ma proprio quando cominciavo a sentire di aver trovato il mio posto mi arrivò la chiamata per poter insegnare musica in una scuola superiore nella provincia di Milano. Si trattava di un solo giorno a settimana e far convivere i due impegni, con tutte le difficoltà in termini di tempi e logistiche, sembrava impossibile. Temevo di dover mollare questo lavoro in cui cominciavo ad essere bravo per continuare ad inseguire il mio sogno.
E così è stato? Come hai sbrogliato questa matassa?
Fortunatamente no. Cosa tutt’altro che scontata e tutt’altro che dovuta ma in azienda sono stati ad ogni livello comprensivi e disponibili a venire incontro alle mie esigenze di flessibilità. A partire dalla PM Carmen fino all’ultimo dei miei colleghi. Ho avuto il supporto che giusto la mia famiglia mi aveva dato.
Questo mi ha motivato ulteriormente per far meglio e per stringere i denti in questa routine di lunghi viaggi per una toccata e fuga. Sono fortunato a lavorare qui e consapevole di esserlo.
Augurandoti di poterlo coronare, qual è il tuo sogno in ambito professionale? E cosa porteresti con te dall’esperienza in Accueil?
Naturalmente la musica. Vorrei poter suonare la tromba. Che sia entrando a far parte di un’orchestra in un teatro o nella banda nelle forze armate.
Ciò che porterei con me da qui è lo spirito di gruppo, questa coesione, il fare squadra. Sono stato in difficoltà sia al telefono come venditore che per questi miei impegni particolari e chi avevo accanto mi ha sempre dato una mano per superarle. Così adesso faccio io con gli altri. Ci siamo trovati anche fuori da lavoro come amici e mi sarebbe davvero dispiaciuto lasciare un posto così. Siamo in armonia come in un’orchestra.