Francesca Fullin ci racconta della sua esperienza in azienda e della sua attività al di fuori del lavoro a cui dedica molto tempo e che le ha insegnato ad affrontare alcuni aspetti della vita in maniera differente.
Quando sei entrata in Accueil e come ci sei arrivata?
Ho iniziato a lavorare in azienda nel giugno del 2012, spinta dalla curiosità suscitata in me da una mia amica che lavorava qui da qualche mese.
Sono stata operatrice del progetto Vodafone per due anni circa, poi nel Dicembre del 2014, in azienda stava per nascere un nuovo progetto che si occupava di assicurazioni e mi venne proposto di lanciarmi in questo nuovo mondo. Venni inserita in un gruppo iniziale e scelta in mezzo a tanti. Si trattava di un approccio differente soprattutto perché sarei passata da un’attività outbound ad una inbound: dal chiamare al ricevere chiamate.
All’inizio la cosa mi spaventava tanto, ormai avevo creato il mio habitat, colleghi diventati amici e un buon rapporto di complicità con molti. Cambiare all’inizio spaventa sempre un po’… Non sai mai se la scelta che stai per compiere si rivelerà un successo o una grossa delusione…
Lavoro nel progetto Conte.it ormai da quasi quattro anni. Se all’inizio avevo tanta paura, oggi sono molto felice di aver accettato: è un tipo di lavoro che ritengo più affine al mio carattere, al mio modo di essere. Ho avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno dato una formazione davvero notevole e soprattutto hanno avuto la pazienza di seguirmi e farmi crescere.
Sappiamo che al di là della vita lavorativa sei una sportiva. Parlaci di questa esperienza?
La mia vita si caratterizza per una grossa passione che nutro ormai da diversi anni, parlo del nuoto. Questo sport lo svolgo a 360 gradi. Come atleta, allenatore e arbitro. Seguo e cerco di trasmettere questa mia passione a tutti quelli che si affacciano a questo sport, di ogni fascia di età. Insegno a nuotare a tutti, dai bimbi di 3 anni agli adulti, presso la società Asd Andrea Maria Nuoto. Seguo una squadra, nel circuito di promozione sportiva ASI composta da circa 40 atleti che hanno dai 7 ai 70 anni, insieme a loro andiamo in giro per la regione a fare gare e mi metto anche io in gioco, gareggiando. Credo che sia il miglior esempio.
Sono anche un giudice della Federazione Italiana Nuoto, responsabile della formazione e della preparazione di tutti i giudici calabresi, partecipo come ufficiale gara a manifestazioni regionali e nazionali.
È difficile coniugare questi due aspetti della tua vita?
Non è molto difficile coniugare questi due aspetti della mia vita. È chiaro che il tempo libero che ho a disposizione è poco: passano interi mesi in cui non riesco ad avere un giorno tutto per me, neanche la domenica. Ma questo alla fine non mi pesa. Fortunatamente una volta concluso l’orario di lavoro ho la possibilità di dedicarmi alla piscina che per me è una passione, non lo intendo come un secondo lavoro. Se quello che fai ti piace non pesa mai, anzi non perdi in nessuna circostanza l’entusiasmo e trovi sempre nuovi stimoli per migliorarti.
Se ci sono state delle difficoltà nella sfera lavorativa, come le hai affrontate?
È ovvio che sul lavoro ci siano delle difficoltà ma lo sport mi ha insegnato che se tieni duro e lavori sodo i risultati arrivano. Non è un luogo comune come molti potrebbero pensare. Ogni giorno ci troviamo ad affrontare dei problemi sia in ambito lavorativo che personale, l’importante è non lasciarsi scoraggiare mai, basta rimboccarsi le maniche, stringere i denti e andare avanti, tutto si supera e i risultati si ottengono sempre.
Che consiglio daresti a chi si vuole affacciare a questa realtà e pensa di non riuscirci o di non riuscire a coltivare le proprie passioni?
Sicuramente di non rinunciare subito senza fare almeno un tentativo. Credo che nella vita sia necessario sempre provare prima di escludere. Mi spiego meglio, è quello che è successo a me qui in azienda: all’inizio ero molto timorosa, credevo di non farcela e che presto sarei andata via. Nonostante ciò ogni giorno andavo a lavoro con lo spirito e lo stimolo di far bene, la mia costanza e la mia perseveranza mi hanno dato ragione. Ormai è da sei anni che lavoro qui, certo non ci avrei scommesso a quel tempo.
Cosa sei riuscita a portare dal mondo del nuoto in ambito lavorativo e viceversa?
I due ambiti lavorativi in cui mi muovo possono sembrare molto distanti tra loro ma posso garantire che non è così.
Un nuotatore si allena per parecchie ore ogni giorno per provare a vincere una gara. Sfida gli altri, ma soprattutto se stesso, deve provare a migliorare il suo tempo personale, sempre, ogni volta. Il cronometro ti richiede di fare sempre di più, di andare più veloce di essere più forte. Al tempo stesso però fai anche parte di una squadra, di persone che come te ad ogni allenamento soffrono e provano le tue stesse sensazioni ed emozioni. Sono quelle persone che ti stanno vicino nelle vittorie e nelle sconfitte. Impegnarsi per raggiungere un obiettivo comune.
Il nostro lavoro alla fine è identico. Ogni giorno ci poniamo degli obiettivi personali, per raggiungere l’obiettivo mensile. Ognuno di noi lavora per se stesso, ma siamo anche qui parte di una squadra, di un Team, e siamo consapevoli che ogni giorno come un piccolo mattoncino contribuiamo al raggiungimento dell’obiettivo di squadra… Non è esattamente la stessa cosa?