Rita Scullari, team leader presso Accueil nella sede di Gioia Tauro ci parla della scelta di lavorare nella città in cui ha sempre vissuto.
Qual è il tuo ruolo in azienda?
Sono Team Leader dal 2012 e sono entrata in Accueil nel 2010 come consulente telefonico. Ho iniziato l’attività come operatrice e per me è stata la prima esperienza lavorativa dal momento che non avevo avuto mai nessun tipo di approccio nell’ambito dei Call Center. A distanza di qualche mese, il mio project manager Carmelo Versace ha avuto modo di apprezzare quanto stavo facendo e così mi ha dato l’opportunità di svolgere un altro ruolo all’interno della sala; in questo caso a supporto di coloro che necessitavano di maggiori attenzioni. Di conseguenza sono diventata coach.
Mi sono occupata di dare supporto ai nuovi colleghi che, come me, hanno iniziato questo nuovo percorso per la prima volta, trovando le stesse difficoltà che anche io avevo avuto al primo contatto con la cuffia. È stata una fase molto bella quella appena descritta, in quanto mi sono trovata a trasmettere tutto quello che avevo appreso durante il mio percorso in Accueil, ma anche e soprattutto di mettermi in discussione con qualcosa che non immaginavo di saper fare, ottenendo enormi soddisfazioni.
Sono diventata Team Leader sul Progetto Vodafone CVM, la direzione di Vodafone che si occupa di fidelizzare e “coccolare” la Customer Base VIP, ed ho intrapreso la strada che ancora oggi sto percorrendo. Successivamente mi è stata data la possibilità di gestire anche la formazione per i neoassunti e da poco mi occupo anche di presentare l’Azienda durante i colloqui della mia struttura.
Cosa ti ha spinta ad inviare il curriculum in Accueil?
Mi sono diplomata al Liceo Classico ed avevo intrapreso gli studi universitari presso l’Università della Calabria, a Cosenza; a causa di un infortunio, dovuto ad un incidente stradale, ho interrotto gli studi.
Non riuscivo a starmene con le mani in mano e sentivo l’esigenza di realizzarmi. Sono una ragazza solare a cui piace stare a contatto con la gente: il solo pensiero di dovermene stare a casa non mi entusiasmava.
Mi sono guardata in giro e mi sono cimentata in questa nuova attività, per me assolutamente da scoprire. Ho visto l’offerta online e dopo aver inviato la candidatura sono stata invitata a fare il colloquio. Non avevo mai avuto esperienze del genere ma ero sicura potesse rappresentare ciò che cercavo in quel momento, avevo la necessità di rimettermi in gioco e di ripartire. Devo dire che è andata abbastanza bene, anzi benissimo, dal momento che dopo 8 anni sono ancora qui, con un contratto a tempo indeterminato da anni e sicura che ci sia ancora modo di poter crescere come altri colleghi prima di me. La mia è un’azienda meritocratica tanto che il bilancio di tutti questi anni è stato positivo, nonostante inizialmente pensassi si potesse trattare di un’attività temporanea.
Oggi posso dire che una scelta migliore non avrei potuto farla.
Quasi tutti, spesso ci ritroviamo a salutare degli amici che per motivi di lavoro sono costretti a lasciare il posto in cui sono nati. Cosa ne pensi?
Sono stata fortunata nell’aver trovato lavoro nella mia città. Penso che se si debba partire per portare avanti gli studi e affrontare un’attività lavorativa che qui non è possibile intraprendere, sia giusto farlo. Io stessa, se ci fosse stata o ci sarà la possibilità di valutare uno spostamento lo accoglierei positivamente. Ma chiaramente, se non ci dovesse essere un motivo valido per cambiare città preferirei stare nella terra in cui sono cresciuta, dove vivo e lavoro. Credo che, se ci sia davvero interesse in ciò che si fa, che sia studio o affari, l’impegno viene premiato e qualcosa si riesce a trovare o a fare. È necessario avere tanta volontà e tanta costanza. Nonostante le distanze se si tratta di vere amicizie rimangono.
Quindi, cosa consiglieresti a chi volesse restare?
La nostra terra ha tanto da offrirci se solo noi siamo i primi a crederci. A volte, nel nostro territorio, non abbiamo la possibilità di coltivare i nostri interessi o le nostre passioni e allora, in questo caso, sarebbe giusto partire. Però, se si pensa di partire senza prospettive, io direi loro di restare qui perché la nostra terra cresce solo se noi rimaniamo. Dobbiamo dare un segnale diverso da coloro che fanno le valigie pensando non ci sia niente da fare.
Ritengo che chi decida per un verso o per un altro di restare debba vedere in modo positivo le opportunità che gli si presentano: esistono sicuramente realtà serie e professionali dove potersi realizzare seguendo le proprie aspirazioni.
Adesso parliamo del tuo team che da poco ha ottenuto le attenzioni di tutti proprio perché riesce spesso a centrare l’obiettivo mensile. Cosa serve per raggiungere i risultati prefissati?
Bisogna essere bravi ad individuare il potenziale di ogni membro della squadra permettendo ad ognuno di loro di raggiungere il singolo obiettivo, ma anche farli sentire parte dello stesso team per far conoscere loro quei valori aziendali che io in primis ho deciso di condividere.
Per quanto riguarda la gestione di un team, credo si debba fare il tutto con molta serenità e trasmetterla ai consulenti che devono essere concentrati e professionali quando vengono a lavorare. Un team leader deve essere carismatico perché si trova ad affrontare alti e bassi e non deve far mai demoralizzare il gruppo. Ci si deve credere fino alla fine ed essere positivi, perché anche quando sembra di partire a rilento poi c’è sempre la possibilità di risalire e recuperare. L’entusiasmo del team e il lavoro di squadra portano sicuramente al raggiungimento del risultato. E questo è possibile solamente se si hanno le competenze giuste acquisite nel tempo.