Salvatore Bruzzese, ci racconta quanto sia importante credere in ciò che si fa indipendentemente dalle opportunità che ti si presentano, dal lavoro e dall’età.
Da quanto tempo lavori in azienda?
Sono entrato in Accueil nel Febbraio del 2010 e nel corso degli anni ho fatto parte di diversi progetti.
Inizialmente mi sono occupato del progetto Vodafone. Poi ho collaborato con l’ufficio di Risorse Umane, ho visto crescere la start-up di Groupon, sono rientrato per un breve periodo in Vodafone. Dall’agosto 2016 lavoro nel team del progetto Younited Credit.
Tutto questo nell’arco di circa otto anni senza interruzioni.
Hai cambiato tanto. Qual è l’esperienza che tra tutte ti ha maggiormente coinvolto?
Sicuramente l’ultima con Younited Credit, una piattaforma online di prestiti al consumo, costola italiana di una società di origini francesi. Io svolgo un’attività di back office che mi soddisfa tanto, dato che prima di entrare in azienda sono stato mediatore del credito iscritto regolarmente all’albo, si tratta di un’attività che avevo già svolto.
Quando mi è stato chiesto di passare al progetto Younited ho accettato subito dato che si trattava di un ritorno al mio lavoro per cui sarebbe stato tutto molto familiare per me.
Cosa ti piace di più dell’attività che svolgi attualmente?
Fin dall’inizio si è trattato di un lavoro molto stimolante, collaboriamo a stretto contatto con la sede di Roma del cliente per condividere dati attraverso più piattaforme digitali.
Da queste stesse piattaforme possiamo creare nuove pratiche per i clienti in acquisizione e valutare la possibilità di modulare al meglio i servizi finanziari offerti in base alle loro esigenze.
Assistiamo il cliente dal momento dell’inserimento della sua richiesta fino alla conclusione della pratica. Inoltre, ci occupiamo di fidelizzare il cliente grazie alla possibilità di attivare nuovi prodotti del credito.
Per completare il nostro servizio, abbiamo attivato diverse linee inbound in maniera tale da affrontare le richieste di assistenza da parte dei clienti, con i quali si stabilisce un’empatia ed è facile capire che siano soddisfatti del lavoro svolto.
Mi dicevi di aver avuto altre esperienze lavorative prima di avvicinarti all’azienda, quali sono state?
Sì, sono stato mediatore del credito e agente di commercio (le più rilevanti).
Tutte e due mi hanno permesso di acquisire un bagaglio di competenze piuttosto importanti: parlo del contatto con il cliente e dell’esperienza nella “vendita”, mai da sottovalutare. Sono senz’altro competenze che mi hanno aiutato tantissimo e che ho consolidato grazie alla mia attuale professione.
Con quale spirito hai intrapreso questo nuovo lavoro?
Sono entrato in Accueil all’età di 38 anni. Ero molto prevenuto nei confronti dell’azienda per quello che si sente dire in giro del settore Call Center.
Dunque, inizialmente non è stato un approccio positivo, ma è stata l’azienda stessa a farmi ricredere: puntualità nei pagamenti, professionalità e prospettive di crescita mi hanno fatto cambiare idea in brevissimo tempo.
Spesso mi sono ritrovato a cambiare diverse attività proprio perché può capitare che le persone con cui lavori o ti approcci siano in grado di capire ancor prima di te stesso quali possano essere le migliori espressioni in cui poterti posizionare al meglio.
Proprio per questo motivo, ho sempre detto di sì volentieri quando mi è stato chiesto di cambiare attività.
E quindi quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare (se ce ne sono state) inizialmente?
Sicuramente la prima difficoltà riguarda proprio l’ambiente in cui ti muovi: una sala piena di operatori, il baccano e il doverti confrontare con il cliente al telefono. Ritieni siano difficoltà insormontabili e pensi a quanto dev’essere stressante un simile lavoro.
In realtà non è così. Mi sono ritrovato in un ambiente dove con i colleghi si è instaurato fin da subito un rapporto di collaborazione, di fiducia e di solidarietà. Grazie a loro ho superato i momenti più duri e grazie ad uno scambio continuo ho acquisito le conoscenze che mi hanno aiutato a fare meglio il mio lavoro.
Come hai superato queste difficoltà iniziali?
In generale, capisci che tutto può andare sempre per il meglio e il lavoro può funzionare solo se fai tue le conoscenze che ogni progetto e attività ti permette di sviluppare.
Inizialmente Pasquale Aricò mi ha insegnato ad approcciarmi al lavoro di call center. Paola Milea e Valerio Morabito mi hanno insegnato l’ordine, la precisione, l’efficienza e mi hanno trasmesso delle competenze tecniche. Con Carmelo Versace ho appreso la grinta e la voglia di spaccare.
Adesso con Nicoletta Coppola, Project Manager del progetto, si è instaurato un bel rapporto e con lei ho imparato il vero lavoro di squadra: il nostro è proprio un lavoro di equipe.
Tornassi indietro rifaresti la scelta di inviare il tuo curriculum in Accueil?
In quel momento avevo necessità di lavorare. Ho preso tutto il mio coraggio e ho inviato il mio curriculum. Non è stato facile a quell’età rimettermi in gioco però oggi come oggi io direi a tutti di fare un’esperienza lavorativa in un call center, è un lavoro e va affrontato come tale.
Ci sono troppi pregiudizi. Posso garantire dalla mia esperienza personale che almeno in Accueil hai delle vere opportunità a tua disposizione, poi c’è chi va via, chi rimane, chi cresce, come capita in tutti gli ambienti lavorativi.
Quindi qual è il suggerimento che ti senti di dare a chi volesse intraprendere questa professione anche in età matura?
Quello di affrontare il tutto come se fosse il lavoro della propria vita: professionalità, puntualità e precisione sono delle virtù che in Accueil vengono ripagate sempre.
In tanti anni ho imparato che essere disponibili e generosi nel proprio lavoro porta ad avere inevitabilmente grandissime soddisfazioni.
Personalmente, non considererei mai un lavoro come quello in Accueil un lavoro di serie B.